Non solo sport: il Palio visto con gli occhi degli atleti

Giunto alla sua ventesima edizione, ha lasciato nei cuori degli studenti dei ricordi indelebili che porteranno con sé per tutta la vita

Giuliana Moscuzza Mania

Senza ombra di dubbio, il Palio d’Ateneo è quell’evento di cui ogni studente sente parlare una volta messo piede nella propria sede universitaria, il cui segreto risiede nella sua unicità: l’Università di Catania è l’unico ateneo d’Italia ad organizzare un evento di tale portata.

Ogni dipartimento ha una sua squadra rappresentativa, dei cori, delle mascotte e dei colori che li contraddistingue, creando un vero e proprio arcobaleno che si riunisce il primo giorno in piazzaUniversità.

Bel tempo si spera poiché, il secondo giorno, si cammina a piedi nudi sulla sabbia dei lidi Plaja per partecipare ad ulteriori discipline apposite adeguate all’ambiente, sicuramente un bel modo di augurare la stagione estiva con vista del vulcano Etna, simbolo della nostra città.

Infine, il gran finale si tiene al tempio dello sport etneo, il Cus Catania, luogo talmente grande da ospitare un gran numero di gare e atleti allo stesso tempo. C’è, però, qualcuno che non si limita alla sola tifoseria.

Un momento della festa in piazza Università

Un momento della festa in piazza Università

Questo è stato l’anno del concreto, l’anno in cui le mie parole sono diventate fatti: ho scelto di partecipare alle gare di corsa, pallavolo, tiro alla fune e, ulteriormente, limbo.

Quando ho assistito al mio primo palio da matricola nel maggio 2024 è stata come una rivelazione: mi sono proiettata con l’immaginazione all’anno successivo, decidendo su scelta personale di sottopormi ad un’intensa preparazione fisica ed emotiva, basata sull’autodisciplina, la quale non sarebbe stata la stessa se non avessi avuto il supporto delle persone che mi circondano, lo stesso supporto di amici, colleghi, compagni di squadra e familiari che non è mai mancato in nessuno dei tre giorni di competizione.

Oltre ad essere stato un momento di aggregazione e unione, è stato anche un momento di estrema vulnerabilità, facendo sorgere in superficie tutte quelle emozioni che solitamente si tende a tenere all’oscuro del pubblico. Testimoni dei miei sacrifici sono stati anche i miei più grandi collaboratori e protagonisti di questo ventesimo palio d’Ateneo: Francesco Colaiemma ed Alessandro Freni.

Un momento di gare ai lidi Plaja

Un momento di gare ai lidi Plaja

«Per me questo palio è stato molto magico – racconta Francesco Colaiemma -. Questo è il secondo anno che partecipo, ma non l’ho mai vissuto da protagonista, sia a livello di tifoseria, di organizzazione e di sport. Mi sono ritrovato ad essere un po’ in mezzo a tutto. Sì, sono stanco ed è stato snervante, ma molto molto bello. Da rifare altre cento volte».

Giunti al termine dell’ultima giornata di palio aggiunge: «Penso di averlo concluso in bellezza, sperando di aver dato un messaggio ai ragazzi che ci saranno dopo. Sono solo tre giornate di sport, ma sono tre giornate fondamentali, di unione, di tifo, di scherzo e di insulti, sempre tutti a fine goliardici. Sono dei momenti che ai ragazzi, soprattutto all’università, non devono mai mancare».

Dedica, inoltre, un pensiero alla sua squadra. «Il Dipartimento di Scienze Umanistiche rimarrà la mia squadra per sempre, sarà un pezzo che porterò dentro al cuore per tutta la vita – spiega -. Non ho mai visto così tante persone durante la sfilata, non ho mai visto così tante persone cantare per il Muro Bianco. Mi auguro che le edizioni future capiscano il valore del Palio e, soprattutto, il valore che può dare all’università, non solo come una restituzione in cui si deve semplicemente studiare, ma come punto d’aggregazione fra giovani, fra ragazzi e persone che si scambiano punti di cultura».

«É uno dei momenti più importanti e mi auguro che le edizioni future lo capiscano benissimo e che possano portare sempre più in alto il nome del Disum e del Palio», ha aggiunto.

Un momento delle gare al Cus Catania

Un momento delle gare al Cus Catania

Ad esprimere le sue emozioni anche Alessandro Freni. «Durante questo palio ho sicuramente sentito la carica, la voglia e la volontà di rappresentare un dipartimento come il nostro – spiega -. Sicuramente c’è stata molta più gioia e partecipazione e di questo ne sono contento, perché tenere il megafono in mano e urlare un coro inneggiato da più di duecento persone è una cosa che si nota. Una cosa incredibile che sottolinea quanto ancora una volta le persone tengano al proprio dipartimento e al formare una famiglia».

Per alcuni studenti si avvicina il conseguimento della laurea, e di conseguenza l’ultimo palio, ma quest’ultimo specifica: «Non sono certo che questo sarà il mio ultimo palio, sicuramente credo di aver concluso in bellezza. Mi sono tolto alcune soddisfazioni nelle partite di calcio, qualche gol importante, sicuramente ho dato il mio piccolo contributo rispetto agli anni passati».

«Sono contento di come ho concluso, tralasciando la posizione finale del Disum in classifica, sono contento di quanto abbiamo espresso, di quanto abbiamo sottolineato l’importanza dello stare assieme, della felicità, della famiglia che noi siamo, abbiamo preso tutto con tranquillità», aggiunge.

Atleti del Disum

Atleti del Disum

Anche lui, come Francesco, conclude con una dedica al Muro Bianco: «Alla mia squadra, nonché, alla mia famiglia, con cui ho passato quest’ultimo mese – spiega -. Sono contento di quello che hanno fatto, di ciò che siamo e di ciò che sono, perché è merito loro se nel mio cuore questo palio ha un posto veramente importante. Gli auguro il meglio se non dovessi essere presente l’anno prossimo, sono sicuro che loro avranno la forza di andare avanti comunque».

Questi ragazzi, insieme alla nostra squadra, hanno ascoltato tante di quelle parole mai dette, asciugato tante di lacrime mai mostrate e urlato fino allo sfinimento, definendo quello che è lo spirito del palio.

Ognuno di noi ha cercato di tenere vivi e attivi i valori di questa manifestazione, che non sono mancati nemmeno in momento di veglia sui nostri cari compagni Roberta Campagna, Giulio Massimino e Carlo La Verde, un tributo significativo che ha dimostrato quanto la nostra solidarietà umana riesce a valicare ogni tipo di barriera, mettendo da parte le differenze.

Per la prima volta dopo anni ho provato un misto di emozioni indefinibile, quasi imparagonabile. Mi sono misurata con qualcosa più grande di me, del tutto inaspettato, che mi ha lasciata col fiato mozzato tutto il tempo. Tutti i miei sforzi si sono concentrati sul mio corpo e sulla mia mente, cercando di dare sempre il meglio di me.

Il team del Disum

Un momento della cerimonia di apertura del Palio

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