Inaugurata al Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane la mostra-evento sui risultati e le attività scientifiche del progetto Changes
Scoprire il lavoro dei giovani ricercatori impegnati nel recupero dei contesti storici e nella tutela dei dati, materiali e immateriali, prodotti dalle loro ricerche. Un percorso tra paesaggi stratificati, segni visibili del susseguirsi delle culture, che costituiscono il filo conduttore e unisce le diverse competenze coinvolte nel progetto Changes.
È quel che i numerosi visitatori hanno scoperto stamattina, al Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane, grazie alla mostra-evento Paesaggi stratificati: dalla ricostruzione alla conservazione - Le attività del Progetto Changes, che illustra i risultati e le attività scientifiche realizzate dagli studiosi dei dipartimento di Scienze Umanistiche, di Scienze Biologiche, geologiche e ambientali, di Ingegneria e Architettura, e di Matematica e Informatica nell’ultimo triennio tramite attraverso poster, postazioni multimediali, esposizione di attrezzature e prodotti delle ricerche.

Un momento della visita guidata alla mostra
Ad inaugurare l’iniziativa la prorettrice Lina Scalisi insieme con i docenti Germana Barone (direttrice e responsabile scientifico del Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane), Daniele Malfitana (coordinatore Changes per Unict), Pietro Militello e Stefania Rimini (rispettivamente coordinatori dello Spoke 6 e dello Spoke 2 di Changes) e i curatori Daniele Leonardi (responsabile allestimenti) e la dott.ssa Thea Messina (assegnista del progetto Changes).
La mostra (visitabile fino anche sabato 18 e domenica 19 ottobre dalle 9 alle 13) è realizzata nell’ambito delle Giornate Changes e presenta i risultati raggiunti tra il 2023 e il 2025 dai gruppi di ricerca dell’Università di Catania (Spokes 2 e 3) e, in particolare, dallo Spoke 6.

Un momento della cerimonia di inaugurazione con la prorettrice Lina Scalisi e i responsabili del progetto e i curatori della mostra
Lo Spoke 6, dal titolo History, conservation and restoration of cultural heritage e coordinato dall’Università di Catania dal prof. Pietro Militello, sperimenta nuove metodologie integrate per lo studio, la conservazione e il restauro del patrimonio culturale. Il progetto promuove un approccio multidisciplinare integrando e unendo la ricerca umanistica, archeologica, scienze a e tecnologica.
La mostra accompagna il visitatore alla scoperta del lavoro dei giovani ricercatori di Changes: dal recupero dei contesti storici alla tutela dei dati, materiali e immateriali, prodotti dalle loro ricerche.
I paesaggi stratificati, segni visibili del susseguirsi delle culture, costituiscono il filo conduttore che unisce le diverse competenze coinvolte nel progetto.
Comprendere il paesaggio significa leggere nel tempo le trasformazioni del rapporto tra le comunità umane e il loro ambiente. La mostra presenta i metodi e gli strumenti più innovativi per indagare questi mutamenti, documentarli, conservarli e renderli accessibili, affinché i segni del passato continuino a dialogare con il futuro.

Un momento della visita alla mostra
La mostra rientra nell’ambito della iniziativa Doors of Change - Attraverso il patrimonio, aprirsi al futuro, promossa dalla Fondazione Changes in oltre 60 siti in tutta Italia, con l’obiettivo di far conoscere i risultati scientifici dell’omonimo progetto, realizzato nell’ambito del Pnrr, ormai giunto alla conclusione.
Il progetto mira a valorizzare il patrimonio culturale italiano attraverso approcci innovativi e sostenibili per la tutela e la fruizione, creando sinergie durature tra ricerca e impresa e offrendo nuove opportunità professionali nel settore dei beni culturali.
Con la partecipazione di undici università, quattro enti di ricerca, tre Scuole di studi avanzati, quattro imprese, tre enti del Terzo settore e un Centro di Eccellenza, la Fondazione Changes rappresenta un ecosistema multi-tecnologico e transdisciplinare dedicato alla formazione, alla ricerca e al trasferimento tecnologico nell’ambito della cultura umanistica e del patrimonio culturale.

Il team di curatori e curatrici della mostra
In particolar modo nell’ambito del progetto Changes sono previsti interventi concreti sui monumenti che comprendono i resti bio-archeologici come la collezione scheletrica dell’Università di Bologna fino ai manufatti artistici conservati all’interno del deposito del Santo Chiodo dell’opificio delle pietre dure di Spoleto, dove sono presenti le opere d’arte distrutte dal terremoto del 2016. E ancora i siti culturali dei Musei Reali di Torino a Pompei, da Saronno a Matera, da Ravenna al Tempio di Ercole a Baia, dalla Vasca Votiva di Noceto ad Ischia.
Tra le azioni in Sicilia sono diversi gli interventi su siti urbani come Catania e Leonforte, ed extra-urbani, come la Villa di Dessueri (Realmonte) e Pantalica, in una prospettiva che dall’analisi storica, dalla valutazione del rischio e dalla diagnostica passa agli interventi di restauro ed al monitoraggio.
In particolar modo a Catania sono previsti interventi al Monastero dei Benedettini, al Portico dell’atleta di via Crociferi, al Teatro greco-romano e un intervento di carattere più generale come la ricognizione del rischio sismico nell’area etnea come le chiese. Nell’area iblea meridionale azioni sul paesaggio con analisi del rischio e aggiornamento del rischio incendi e interventi sulle strutture rupestri e di restauro e di acquisizione di dati e inserimento di dati nelle piattaforme.
Lo studio dei paesaggi stratificati rappresenta il filo conduttore che ha unito le diverse competenze coinvolte nel progetto impegnate a comprendere, documentare, conservare e trasmettere il patrimonio culturale con metodi di rilievo, diagnostica e archiviazione innovativi.
In parallelo, il pubblico ha potuto accedere eccezionalmente ad alcune aree del Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena (vai al podcast dedicato), come il Chiostro di Levante e la Domus Romana. In questi spazi si sono condotti studi diagnostici sui materiali e sui fenomeni di degrado, con l'obiettivo di individuare le soluzioni più idonee per il restauro, sperimentando nuovi materiali ecosostenibili.
Al Museo Archeologico Regionale di Centuripe, poi, è stato inaugurato da un convegno internazionale un nuovo allestimento – intitolato “Doors of Changes: Centuripe epigrafica. Scritture di identità e di potere tra età ellenistica ed età imperiale” – che arricchisce la collezione museale con un’ampia selezione di iscrizioni pubbliche e funerarie, che ricostruiscono le profonde trasformazioni politiche, sociali, culturali e linguistiche che hanno attraversato Centuripe tra età ellenistica ed età imperiale.

Alcuni responsabili del progetto e della mostra con studenti e visitatori






