Al Cut si è tenuta la cerimonia di premiazione della quinta edizione del festival internazionale del cinema ideato da Santina Arena e Chiara Platania
A proposito di Luis, film tedesco di Lucia Chiarla, si è aggiudicato la quinta edizione del KinEst Fest, il festival internazionale del cinema ideato da Santina Arena e Chiara Platania.
Un film, su uno spaccato di vita sociale, in cui i personaggi protaginisti attraverso il fenomeno del bullismo, spingono a riflettere sul nostro ruolo attivo all’interno della società e sulle pressioni che si riflettono sulla nostra esistenza.
Sul podio anche Babbo Natale era comunista, diretto da Emir Kapetanovic (Bosnia ed Erzegovina, Serbia), in cui il tema del nazionalismo e della paura del diverso è stato affrontato con «grazia poetica» e L’altra di Marie-Magdalene Kochová (Repubblica Ceca), «per la delicatezza con cui il film sia riuscito a soffermarsi sull’amore, il dolore e la speranza di una giovane adolescente nei confronti della sorellina autistica».

Un momento della premiazione del film "A proposito di Luis"
Nel corso della premiazione i componenti della giuria del festival hanno voluto esprimere apprezzamento per la scelta dei film in concorso che si sono distinti per aver rappresentato l’apertura e l’innocenza dello sguardo infantile, con il quale è possibile riuscire ad osservare la società odierna, che al mondo adulto appare tanto distante e irreparabile.
Il comitato scientifico del festival ha assegnato due menzioni speciali ai film Per caso ho scritto un libro di Nora Lakos (Ungheria), di cui è stata apprezzata la purezza dello sguardo di una ragazzina sul mondo, e Il Quarto Reich di Tomáš Krejca (Repubblica Ceca), per la capacità di realizzare in 48 ore, e a low budget, un’opera che in modo fresco e ironico riesce a trattare un tema così delicato e attuale come quello della solitudine.
Il pubblico, invece, ha premiato Il mare in cortile di Martin Horsky (Repubblica Ceca) - film più votato in tutte e cinque le edizioni del KinEst Fest – e, inoltre, Babbo Natale era comunista e Per il vostro bene di Ireneusz Grzyb (Polonia) a completare il podio.

Un momento della premiazione del film "Il mare in cortile"
La giornata di chiusura è stata nel segno del cinema ungherese con la proiezione degli ultimi due film in concorso: Per caso ho scritto un libro (2025) di Nora Lakos e Che fine ha fatto Tomi? (2024) di Attila Till. Il primo film racconta la storia di Nina, una ragazzina di tredici anni con la passione per la scrittura. Attraverso i racconti delle persone, la giovane – sotto consiglio della “mentore” Lidia – proverà a ricostruire uno dei personaggi del suo romanzo: sua madre, morta otto anni prima.
Grazie all’intervento di una vivace animazione, diversi momenti del film restituiscono allo spettatore la leggerezza dello sguardo infantile e la meraviglia della scoperta. La scrittura, infatti, si rivela per Nina uno strumento efficace per dare forma a persone, sensazioni ed eventi vissuti, semplicemente con l’uso delle parole.

In foto Chiara Platania e Krisztina Lantos
La pellicola diretta da Attila Till, noto regista e conduttore di programmi televisivi ungheresi, ha per protagonista Sanyi che, insieme al suo amico Pali, si mette alla ricerca di un compagno del gruppo di alcolisti anonimi, Tomi, apparentemente scomparso nel nulla.
Durante la ricerca, i due saranno costretti ad affrontare fallimenti passati e presenti, tentando di spalleggiarsi a vicenda in quella che si rivela essere la battaglia con il nemico più duro: l’alcol. La narrazione offre allo spettatore la possibilità di indossare i diversi punti di vista presenti nella stessa storia, che risulta credibile da ogni prospettiva.

Un momento della premiazione del film "Per caso ho scritto un libro"
Tra le due proiezioni Krisztina Lantos, direttrice dell’Accademia d’Ungheria, ha letto un discorso di ringraziamento per le ideatrici del festival, esprimendo la propria vicinanza all’evento, che da anni si impegna nel promuovere l’arte cinematografica a Catania, dando vita ad una «casa accogliente costruita da chi crede nel potere del cinema».
Queste le parole della direttrice Lantos, che con grande gioia spiega come il KinEst Fest sia riuscito a creare un ponte culturale tra l’Italia e il resto dell’Europa: «la cultura non si muove da sola, ha bisogno di mani che la accompagnano».

Un momento della premiazione del film "Il Quarto Reich"