Puritani ‘Reloaded’: l’opera del Cigno catanese colpisce ancora

Una retrospettiva storica su “I Puritani” di Bellini, tramite foto e audio d’epoca, ha introdotto il nuovo allestimento dell’opera con la regia di Chiara Muti

Marielena Greco
Puritani 'Reloaded', presentazione al Teatro Massimo Bellini (foto Giacomo Orlando)
Puritani 'Reloaded', presentazione al Teatro Massimo Bellini (foto Giacomo Orlando)
La docente Maria Rosa De Luca (foto Giacomo Orlando)
Puritani 'Reloaded', presentazione al Teatro Massimo Bellini (foto Giacomo Orlando)

Il sipario del Teatro Massimo Vincenzo Bellini si è alzato nuovamente con due riprese di una delle più celebri opere del Cigno catanese: I Puritani.

Nell’ambito del Bellini International Context, la nuova produzione dell’opera, in scena dal 23 settembre, «sarà la ventiquattresima edizione rappresentata nella sala del Sada, dove il capolavoro belliniano aveva debuttato nel lontano 1891», ha spiegato Giovanni Cultrera di Montesano, Sovrintendente del Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania.

Per l’occasione è stata realizzata una video-retrospettiva storica degli spettacoli catanesi susseguitisi nel tempo, che partendo dal 1839 – decenni prima della fondazione del Teatro d’opera dedicato a Vincenzo Bellini – ha testimoniato e celebrato la grandezza della produzione belliniana e dell’opera in questione.

Intitolata Puritani Reloaded, la retrospettiva intende ripercorrere la storia dell’opera e il legame tra essa e il Teatro della città natale del compositore catanese. Nei giorni scorsi (mercoledì 20 settembre) è stata proiettata per la prima volta al pubblico nel Foyer del Teatro Massimo Bellini.

da sinistra Marco Impallomeni, Graziella Seminara, Giovanni Cultrera, Maria Rosa De Luca, Giuseppe Montemagno

In foto da sinistra Marco Impallomeni, Graziella Seminara, Giovanni Cultrera di Montesano, Maria Rosa De Luca, Giuseppe Montemagno (foto di Giacomo Orlando)

Il video, composto da più di 320 foto di scena d’epoca e di alcune tracce delle edizioni catanesi degli spettacoli, ha come soggetti i grandi artisti che hanno calcato il palcoscenico del Bellini – tra i quali è possibile citare Maria Callas, Luciano Pavarotti, Aldo Protti, Katia Ricciarelli –, ma è anche un’occasione per notare come si sia evoluta nel corso tempo la messa in scena e gli allestimenti dei Puritani, evidenziando le scelte formali dei registi che si sono accostati alla sua riproduzione.

Maria Rosa De Luca, musicologa e docente al Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania, durante l’incontro ha sottolineato «l’importanza fondamentale degli archivi e delle forme documentarie che rappresentano proprio dei testimoni di memoria, essenziali per ricostruire un immaginario collettivo che in questo caso riguarda la storia di questo teatro, di come si sia costruito nel tempo attraverso una chiave di lettura che oggi è rappresentata dai Puritani».

Un lavoro che in futuro potrà riguardare anche altri lavori belliniani. L’augurio della studiosa è che ci siano altre opere di Bellini da poter riavvolgere attraverso il nastro della memoria, ma per fare ciò «ci dobbiamo appellare alla centralità degli archivi e di conseguenza alla ricerca documentaria, come è avvenuto in questo caso».

«Per fare ciò ci servono però le fonti e per questo motivo c’è un appello da rivolgere alle istituzioni, affinché l’archivio del Teatro Massimo Bellini possa essere veramente centrale e fruibile; quindi, avere la possibilità di organizzare e avviare un processo di riordino», ha aggiunto Maria Rosa De Luca, delegata per l’ateneo ai Rapporti con il territorio e con le realtà culturali.

Un momento della presentazione

Un momento della proiezione del video presentato dalla prof.ssa Maria Rosa De Luca (foto di Marielena Greco)

Il lavoro è stato anche frutto di un’intensa collaborazione tra più istituzioni – tra cui l’Università di Catania, il Conservatorio Bellini e l’Accademia di Belle arti – come ha sottolineato nel suo intervento Giuseppe Montemagno, musicologo e docente di storia della musica al conservatorio catanese.

«Una collaborazione che finalmente siamo riusciti a lanciare per questo prodotto e che credo si sia realizzata per la prima volta pur di potervi raccontare la storia di Vincenzo Bellini a Catania  - ha spiegato il musicologo -. Ma raccontare la storia di quest’opera significa anche raccontare la storia di questo Paese; così ad un certo punto vedrete le foto del terzo presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, che venne ad assistere alla prima dei Puritani per l’inaugurazione della stagione, ma anche l’immagine di Pippo Baudo nel 1986 con Katia Ricciarelli».

Sulla genesi della prospettiva storica de I Puritani tra le ricerche e le prospettive, nel corso della presentazione, si è soffermato Marco Impallomeni (vai all'intervista).

Al termine della proiezione Graziella Seminara, musicologa e docente al Dipartimento di Scienze umanistiche dell’ateneo catanese, ha ribadito come attraversando parte di questa storia operistica siano «cambiati i design delle locandine, dei programmi di sala, i bozzetti di scena e i costumi. Questa storia è anche la storia del mutamento dei gesti, delle pose dei cantanti. Ma è anche la percezione di una storia della regia. Bisogna sempre tener conto che gli allestimenti sono specchio del presente e ognuno di essi risponde, o ritrova, nell’opera di un compositore esigenze, speranze e angosce del suo tempo».

Per questo motivo l’incontro nel Foyer si è concluso con un dialogo con Stefania Bonfadelli, che dismessi i panni dell’interprete ha assunto il nuovo ruolo professionale di regista. La conversazione ha chiarito quali siano le differenze tra il lavoro dell’artista-attore e quello del regista, oltreché della difficoltà dell’accostarsi ai personaggi pluri-sfaccettati di Vincenzo Bellini che «solo la passione può superare».

Il video sarà proiettato nei locali del Centro Universitario Teatrale, giovedì 28 e venerdì 29 settembre, dalle 18, in occasione di Sharper Night – La Notte europea dei Ricercatori.