Spazi pubblici di prossimità a Librino

La “passeggiata” in uno dei quartieri di Catania è stata premiata nell’ambito dell’iniziativa “Jane’s Walk 6.0” dell’Istituto Nazionale di Urbanistica

Alfio Russo
Un momento della passeggiata a Librino
Un momento della passeggiata a Librino
Un momento della passeggiata a Librino
Il percorso della passeggiata a Librino

L’Università di Catania a servizio del territorio per far conoscere alcuni quartieri, spesso sconosciuti ai più, in particolar modo quelli popolari.

E con questo spirito l’ateneo catanese ha aderito, nei mesi scorsi, all’iniziativa internazionale Jane’s Walk 6.0 promossa dall’Istituto Nazionale di Urbanistica con la passeggiata dal titolo Spazi pubblici di prossimità a Librino: cosa direbbe Jane Jacobs oggi?. A promuoverla le docenti Teresa Graziano del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente, Giusy Pappalardo e Laura Saija del Dipartimento di Ingegneria civile e architettura e il prof. Luca Ruggiero del Dipartimento di Scienze politiche e sociali.

Un’occasione che, nel maggio scorso (vai all’articolo Come si vive nei quartieri catanesi?), ha permesso ai padroni di casa - tra didattica, ricerca e terza missione – di far conoscere ai cittadini e agli studenti alcuni angoli nascosti del popoloso quartiere di Librino. A sostenere l’iniziativa l’Università di Catania – anche con il progetto di ricerca Reverse su fondi Piaceri d’ateneo -, il centro Talità Kum di Librino e la Società Geografica Italiana.

Una “passeggiata” - e soprattutto i risultati prodotti tra aspetti urbanistici e proposte di trasformazione dei luoghi - che è stata premiata, nei giorni scorsi, alla Biennale dello spazio pubblico, durante il workshop “INU per Jane’s Walk 6.0” dalla giuria di qualità formata da Mario Spada, presidente onorario dell’associazione BISP che promuove l’evento, e Marichela Sepe, membro dell’ufficio di presidenza dell’Istituto nazionale di urbanistica.

Un momento della passeggiata a Librino

Un momento della passeggiata a Librino

Spazi pubblici di prossimità a Librino: cosa direbbe Jane Jacobs oggi?

La passeggiata si è svolta nel quartiere periferico di Librino a Catania, un insediamento di edilizia residenziale pubblica esemplificativo delle critiche mosse da Jane Jacobs alle “città satellite” che soffre l’aggravante della presenza e del controllo della criminalità organizzata sul territorio quartiere, nel quale però alcuni spazi pubblici di prossimità (come gli orti urbani, una delle tappe della passeggiata) possono essere occasione per creare “relazioni” tra gli abitanti e opportunità di inclusione sociale e attenzione alle fragilità.  

La prima tappa, negli spazi interni ed esterni del centro Talità Kum, centro che opera nel zona da diversi anni offrendo servizi rivolti principalmente ai bambini e alle loro famiglie, è stata incentrata sulle attività e sulle difficoltà di operare in luoghi non particolarmente adatti alla socialità anche perché dominati dalla criminalità e dallo spaccio di droga. 

A seguire i visitatori hanno visionato un progetto di completamento degli spazi destinati a servizi e delle infrastrutture di mobilità, comprendente una piazza e una pista ciclabile, fino ad approdare agli orti sociali, dove sono emersi alcuni aspetti controversi, quali l’inefficacia delle politiche di rigenerazione top-down, le modalità di interazione tra le diverse anime del quartiere e soprattutto il tema della sicurezza. 

L’ultima parte del percorso si è svolta lungo la pista ciclabile e, attraverso un sottopassaggio, si è protratta fino all’anfiteatro di recente realizzazione, scarsamente utilizzato per mancanza di zone d’ombra, così come piazza dell’Elefante: un’area in cui sono emersi da un lato il sovradimensionamento funzionale delle nuove infrastrutture, tra degrado e incuria, ma dall’altro lato forza della natura che si fa strada negli interstizi tra le infrastrutture e le micro-discariche.

Un momento della passeggiata a Librino

Un momento della passeggiata a Librino