Nell’aula magna del Palazzo centrale è intervenuto il prefetto Pietro Signoriello: “A Catania dall’inizio dell’anno 221 atti persecutori, 341 maltrattamenti in famiglia, 46 violenze sessuali e 2 atti sessuali con minorenni”
«È necessario riflettere sulle relazioni violente, specificamente su quello che è il tema della violenza di genere, sapendo che parliamo di fenomeni complessi che costituiscono l'espressione di antichi retaggi culturali e profonde differenze di genere, in cui incomprensibilmente non esiste una condizione paritaria tra uomo e donna». Con queste parole il prefetto Pietro Signoriello ha aperto il suo intervento, nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università di Catania, in occasione dell’iniziativa Un tempo per riflettere sulle relazioni violente, un momento di confronto e responsabilità condivisa promosso da Prefettura di Catania, Università, Asp, Inail, Ufficio Scolastico Provinciale, Amts e Associazione Thamaia ETS (vai all'articolo).
Il prefetto ha richiamato uno studio internazionale del 2018: 380 milioni di donne nel mondo hanno subito violenze fisiche o sessuali dal partner.
«Un dato “impressionante”, al quale si aggiunge uno studio italiano del 2014 secondo cui il 31,5% delle donne tra 16 e 70 anni, pari a circa 7 milioni, ha vissuto una qualche forma di violenza sessuale nel corso della propria vita», ha aggiunto
«Dati che non possono che indignare e interrogarci - ha sottolineato -, imponendo non solo politiche attive, ma anche una costante azione culturale».
Un momento dell'intervento del prefetto Pietro Signoriello
Femminicidi e reati da Codice Rosso: luci e ombre
Il prefetto Pietro Signoriello ha presentato un quadro aggiornato della situazione nazionale: «117 femminicidi nel 2024 in Italia. «Un trend in calo nei primi nove mesi dell’anno: 73 casi gennaio-settembre, contro i 91 dello stesso periodo del 2023».
Per quanto riguarda Catania, il prefetto ha ricordato che «negli ultimi due anni non sono stati registrati femminicidi, ma i reati da Codice Rosso mantengono livelli molto elevati».
«Dall’inizio dell’anno, in provincia si contano: 221 atti persecutori, 341 maltrattamenti in famiglia, 46 violenze sessuali, 2 atti sessuali con minorenni. Nel 2023 i numeri erano stati persino più alti: 348 maltrattamenti, 58 violenze sessuali, 5 atti sessuali con minorenni», ha aggiunto.
Reati spia, prevenzione e ammonimenti del Questore
Ampio spazio è stato dedicato ai cosiddetti reati sentinella: lesioni, percosse, minacce, danneggiamenti. Reati che richiedono monitoraggio costante. Il prefetto ha espresso gratitudine alle forze di polizia per il lavoro quotidiano, ricordando anche «l’importanza delle misure di prevenzione come la sorveglianza speciale con braccialetto elettronico: 28 adottate nel 2025, di cui 14 proposte dal Questore; 43 nel 2024, con 27 proposte dal Questore».
«A cui aggiungere l’attività di ammonimento: 293 ammonimenti per violenza domestica dal 1° gennaio al 10 novembre 2025; 34 per atti persecutori – ha detto -. Nel 2024 erano stati 364 per violenza domestica e 38 per atti persecutori».
Il prefetto ha evidenziato anche il lavoro settimanale del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, che «dispone numerose misure di vigilanza a tutela delle donne che hanno denunciato minacce o violenze».
“Una nuova cultura del rispetto”, partendo dal ricordo delle sorelle Mirabal
Ricollegandosi alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999, il prefetto ha ricordato l’origine storica della ricorrenza: l’assassinio delle sorelle Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana, uccise dal regime negli anni Sessanta. Un simbolo universale della lotta alla violenza di genere.
Il prefetto ha concluso con un appello: «La violenza di genere costituisce un problema di civiltà. Serve una grande crescita culturale che deve partire dal basso, dalle famiglie e dalla scuola. Siamo tutti coinvolti come comunità educante. Non solo riflettere, ma agire».
Un momento dell'intervento del prefetto Pietro Signoriello
L’esperienza dell’Associazione Thamaia Ets
Nel corso dell’iniziativa è intervenuta anche Anna Agosta, presidente dell’Associazione Thamaia ETS che ha ricordato il lungo percorso dell’associazione: «Dal 2001 lavoriamo sul territorio per sostenere le donne che subiscono violenza, attuando una metodologia di rete concretizzata nel 2008 con un protocollo che non è mai rimasto lettera morta», ha detto.
«Il protocollo, rinnovato lo scorso giugno, tiene conto delle evoluzioni normative e della necessità di un’accoglienza integrata», ha aggiunto Anna Agosta esprimendo soddisfazione per l’ingresso dell’Università di Catania nella rete, avvenuto nel dicembre scorso: “È un valore operativo, ma anche simbolico. Dall’anno prossimo sarà attivo uno sportello dedicato alle studentesse”.
I numeri del centro Thamaia
«I dati - ha spiegato Anna Agosta -, restano critici: circa 270 nuove donne si sono rivolte al centro al 25 novembre di quest'annp; 324 donne sono attualmente in percorso di uscita dalla violenza. Un aumento legato non tanto al fenomeno in sé, quanto alla crescita degli spazi di ascolto e della capacità di intercettare le richieste di aiuto. Una donna su tre subisce violenza dall’uomo con cui ha una relazione affettiva. Dobbiamo cambiare il paradigma culturale alla base della violenza maschile sulle donne: una disparità di potere ancora presente».
Un momento dell'intervento della dott.ssa Anna Agosta