Catania “svela” il suo patrimonio scientifico e culturale

In occasione della Giornata Nazionale delle Università promossa dalla Crui, Unict e Comune hanno aperto i propri tesori a studenti e visitatori

Alfio Russo
La stele del Codice di Hammurabi al Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane
L'Archivio d'Ateneo
L'Archivio d'Ateneo
Chiesa di San Nicolò l'Arena
Chiesa di San Nicolò l'Arena
Chiesa di San Nicolò l'Arena
Un particolare delle Biblioteche riunite Civica e Ursino-Recupero
Biblioteche riunite Civica e Ursino-Recupero
Biblioteche riunite Civica e Ursino-Recupero
Biblioteche riunite Civica e Ursino-Recupero
Città della Scienza
Città della Scienza
Città della Scienza
Visitatori al Museo Vincenzo Bellini
Visitatori al Museo Vincenzo Bellini
Visitatori al Museo Vincenzo Bellini

Riscoprire e conoscere la città di Catania partendo dai suoi luoghi simbolo, e non solo, tra aneddoti, storie e curiosità. Dagli immancabili liotri sparsi per la città alle collezioni e biblioteche più caratteristiche con uno sguardo alla scienza e alle tecnologie.

Una Catania raccontata dalle sue studentesse e dai suoi studenti che con passione – nelle vesti di Ciceroni - hanno illustrato e mostrato il patrimonio scientifico e culturale etneo in cui personaggi storici e uomini di cultura, miti e leggende, storie di palazzi e studiosi si mescolano in un connubio di emozioni e fascino che rendono la città dell’Elefante un luogo unico nel suo genere. E così la leggenda dell’elefante nano che liberò il territorio catanese da tutti gli animali nocivi, diventandone nel 1239 simbolo ufficiale della città, si intreccia con quella del nobile e mago Eliodoro “aspirante” vescovo che, senza riuscirci, si servì dei poteri soprannaturali di uno stregone origine ebraica per disturbare le funzioni sacre. Per la tradizione popolare Eliodoro scolpì un elefante in pietra lavica, il Liotru, storpiatura del nome Eliodoro.

La statua in pietra, che oggi si trova in Piazza Duomo, è stata posizionata nel 1736 dall'architetto Giovambattista Vaccarini. E come questa leggenda che si intreccia con la storia, tante altre sono state protagoniste dell’iniziativa Università svelate, la Giornata nazionale delle università istituita lo scorso anno per far condividere i tesori delle città universitarie.

Una iniziativa promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e con il patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca, per aprirsi alla città e ai suoi cittadini e visitatori che normalmente gravitano al di fuori della sfera accademica e per rilanciare l’impegno delle università e dei comuni come fattori determinanti della coesione sociale.

Un gruppo di studenti in piazza Duomo

Un gruppo di studenti in piazza Duomo

E così partendo dalla Fontana dell'Elefante realizzata dal Vaccarini nell'ambito della ricostruzione della città etnea dopo il terremoto dell'11 gennaio 1693 con i suoi particolari getti d'acqua che fuoriescono dal basamento con le due sculture che riproducono i due fiumi di Catania, il Simeto e l'Amenano e al di sopra statua dell'elefante, rivolto con la proboscide verso la cattedrale di Sant'Agata.

E anche in questo il nome del fiume Amenano richiama alla leggenda di Amenanos, la divinità fluviale della mitologia greca, spesso raffigurata con corpo di toro e volto umano. Il suo percorso, nascosto nel sottosuolo di Catania, è diventato nel tempo il simbolo della resilienza della città. Dopo la distruzione, infatti, il fiume Amenano è riemerso inaspettatamente, come Catania stessa, capace di risorgere dalle sue ceneri.

Non a casa la celebre iscrizione Melior de cinere surgo, sulla porta Ferdinandea, realizzata nel 1768, richiama alla mente le molteplici distruzioni che ha subito Catania e quella resilienza di una popolazione che, instancabile, ha continua a ricostruire sempre più bella la propria città dalle ceneri della precedente. E dalle leggende del fiume Amenano i visitatori sono approdati in piazza Università, il “cuore” della città dell’Elefante.

Visitatori davanti alla Fontana dell'Elefante

Visitatori alla Fontana dell'Elefante

Un luogo iconico di Catania e della sua Università con il Palazzo centrale che ospita il Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane e l’Archivio storico d’Ateneo e il Palazzo Sangiuliano con il suo Centro Universitario Teatrale.

E all’interno del Palazzo Centrale, la cui costruzione risale al 1696, i visitatori hanno ammirato il particolare chiostro al centro e l'aula magna affrescata da Giovan Battista Piparo con l’arazzo con lo stemma della dinastia di Aragona. A disegnare il palazzo i diversi architetti fra i quali Francesco e Antonino Battaglia e Giovan Battista Vaccarini. Al piano terra il Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane creato proprio per valorizzare e rendere pubblico il patrimonio dei saperi e dei beni che rappresentano il frutto della secolare attività di ricerca, di didattica e di divulgazione dell'Ateneo.

Nel Museo una panoramica di tutto ciò che è esposto nelle varie strutture museali universitarie già esistenti (Monastero dei Benedettini, Orto Botanico, Museo di Zoologia e Casa delle farfalle, Villa Zingali Tetto, Torre Biologica, Città della Scienza) tra collezioni, raccolte, patrimonio storico-artistico, ma anche tradizioni della ricerca e ritratti e testimonianze di grandi personalità dell’Ateneo.

Studenti davanti al Palazzo centrale

Studenti davanti al Palazzo centrale

Ad attrarre maggiormente i visitatori U liotru, simbolo della città, che fino a cinquecento mila anni fa scorrazzava in Sicilia e anche sull’isola Malta. E lo scheletro del più piccolo elefante mai esistito sulla Terra, alto appena un metro, il Palaeoloxodon Falconeri, una specie endemica proprio per la sua inusuale statura, è incastonato proprio all’interno del museo tra ceramiche e reperti archeologici, antichi testi e documenti, come le pergamene di laurea settecentesche, crani, scheletri e reperti anatomici, antichi microscopi e strumenti di misurazione, tavole e progetti di illustri architetti siciliani, minerali, insetti, sementi rappresentative delle biodiversità siciliane, animali impagliati, e altro ancora.

E ancora, al suo interno, la mostra Da Babilonia a Baghdad: sulle tracce di Hammurabi che in pochi mesi ha sforato ampiamente le 20mila presenze. Un percorso espositivo che si sviluppa intorno ai recenti ritrovamenti e risultati degli scavi archeologici del Baghdad Urban Archaeological Project di Unict (BUAP) proprio a Tell Muhammad, sito localizzato nella capitale irachena Baghdad e datato a circa 4 mila anni fa, ai tempi della prima dinastia di Babilonia del grande sovrano Hammurabi grazie ai manufatti provenienti da rinomati musei quali il Vorderasiatisches Museum del Pergamon di Berlino, il British Museum di Londra e i Musei Reali di Torino, oltre ad una riproduzione in 3D della famosa Stele di Hammurabi, in collaborazione con il Louvre di Parigi.

Studenti scoprono il Liotru

Studenti scoprono il Liotru

A pochi passi l’Archivio Storico dell’Università di Catania, istituito nel 1999 e nel 2000 decretato “di particolare importanza” da parte del Ministero per i Beni Culturali, il luogo fisico ed istituzionale nel quale si raccolgono, conservano e valorizzano i documenti che sono strumento e testimonianza delle attività in senso lato amministrative dell’ateneo (didattica, ricerca, servizi vari) e dei soggetti che le hanno attuate: istituzioni, docenti di ogni grado, studenti dei vari gradi accademici, uffici interni, persone ed enti pubblici e privati.

Al suo interno alcuni milioni di documenti, raccolti in parecchie decine di migliaia di unità archivistiche: oltre 9.000 di esse sono accuratamente descritte nell’inventario elettronico, una banca dati realizzata col software Arianna. I documenti, perduti o conservati altrove i documenti dei secoli XV-XVII, vanno dalla fine del secolo XVII al 1970 e oltre.

Uscendo dal Palazzo centrale i visitatori hanno scoperto il Palazzo Sangiuliano progettato dall'architetto palermitano Giovan Battista Vaccarini e costruito nel 1738.

Studenti mentre entrano al Palazzo Sangiuliano

Studenti mentre entrano al Palazzo Sangiuliano

Particolarmente caratteristica la facciata con l’antico ingresso di cui rimangono alcune lapidi che ricordano gli ospiti illustri che vi hanno soggiornato, fra questi anche il Re d’Italia Vittorio Emanuele III con la Regina Elena. Attualmente ospita la mostra Architettura accessibile con i diversi plastici dei monumenti storici di Catania, mentre una parte al piano terra il Centro Universitario Teatrale. Una struttura che ha preso vita nel 1861 grazie all’attore e impresario Angelo Grasso che trasformò in teatro una mescita di vino situata nel seminterrato di Palazzo Sangiuliano con l'Opira di Don Ancilu dedicata all’Opera dei pupi che diviene presto popolare grazie alle invenzioni meccaniche e ai “pupi”, alti fino a un metro e trenta e pesanti più di venti chili.

Nel corso degli anni, l’opera dei pupi si trasformò in compagnia teatrale con attori e attrici quali Gerolama “Mimì” Aguglia, Michele Insanguine, Desdemona Balistrieri (moglie di Angelo Musco e sorella di Virginia Balistrieri), Marinella Bragaglia, Salvatore Lo Turco, Salvatore “Totò” Maria Majorana, Angelo Musco, Attilio Rapisarda e Carmelina Tria. E fu proprio in quel teatro che debuttò, come commediografo, anche Nino Martoglio che contribuirà a farne una “fucina” e ad esportare la scena dialettale siciliana nelle piazze di Roma, Milano, Firenze e Napoli.

Visitatori alla mostra Architettura accessibile al Palazzo Sangiuliano

Visitatori alla mostra Architettura accessibile al Palazzo Sangiuliano 

Dopo varie vicissitudini – da teatro a magazzino – l’ateneo catanese ne è entrato in possesso e, a seguito, dei danni causati dal terremoto di Santa Lucia, ha avviato i lavori di restauro riportando alla luce resti archeologici relativi all’età greca, romana, al medioevo e ai secoli successivi sino al terremoto del 1693, rilevanti per la conoscenza della topografia urbana di Catania, per i quali la Soprintendenza richiede la tutela.

Resti che ancora oggi possono essere ammirati grazie al pavimento in vetro che permette al contempo la conservazione e la fruizione. All'interno del palazzo, infatti, sono state trovate trenta sepolture datate tra il XVI e il XVII secolo e i resti di una domus romana, che mostrano la continuità residenziale del sito dalla tarda età ellenistica fino al II secolo d.C.

Nel 2021, grazie all’istituzione del Centro Universitario Teatrale, è ritornato alla sua funzione originale, uno spazio in cui si organizzano laboratori teatrali e attività formative in ambito performativo dedicati alle studentesse e agli studenti, spettacoli musicali e altri eventi culturali aperti alla cittadinanza. La valorizzazione del Cut, infatti, punta a recuperare il ruolo pedagogico del teatro per valorizzare la tradizione storica e artistica della città di Catania in una prospettiva di ricerca e divulgazione culturale rivolta alle nuove generazioni, mediante una solida rete di collaborazioni con enti pubblici e privati su scala locale e nazionale.

Studenti dell'istituto Amari di Giarre davanti al Cut

Studenti dell'istituto Amari di Giarre davanti al Cut

Usciti dal teatro i visitatori, passando per la Collegiata, hanno ammirato il Palazzotto Biscari che ospita l’Accademia Gioenia di Catania istituita nel 1824 in onore del cav. Giuseppe Gioeni (1747-1822), uno studioso noto negli ambienti scientifici internazionali per i suoi studi di vulcanologia e mineralogia etnea e vesuviana.

Un vero e proprio “gabinetto” culturale e scientifico che oggi comprende tre sezioni - la prima per le Scienze della Natura e della Vita, la seconda per le Scienze chimiche, fisiche e matematiche, e la terza per le Scienze applicate, Filosofia della Scienza e Storia delle Scienze – che, tra adunanze pubbliche, conferenze e seminari con scienziati italiani e stranieri consente di presentare e discutere le risultanze rilevanti della ricerca scientifica, come pure nella organizzazione e nella partecipazione a convegni di studio, orientati alla promozione e alla diffusione della conoscenza scientifica. Il ricco patrimonio documentario della Biblioteca Gioenia, di grande rilevanza scientifica e storica, che si è venuto così costituendo nel tempo, è un bene culturale di inestimabile valore, disponibile alla consultazione ed allo studio di chiunque ne abbia interesse.

Studenti nei locali dell'Accademia Gioenia

Studenti nei locali dell'Accademia Gioenia

Nel novembre 2022, a seguito dell’adesione dell’Accademia Gioenia al Servizio Bibliotecario Nazionale, è stato avviato il lavoro di catalogazione in OPAC SBN del patrimonio bibliografico, facilitando le richieste di utenti italiani e stranieri.

Proseguendo il tour si approda così in piazza Stesicoro e all’Anfiteatro greco, segno tangibile di quel processo di sviluppo del decoro urbano, attraverso la monumentalizzazione e l’acquisizione di modelli elaborati nella Capitale, che interessò le province dell’Impero tra la fine del I secolo a. C. e la prima età imperiale (I-II secolo d. C.).

Dal cuore di Catania, i visitatori sono stati guidati poi verso la Collina di Montevergine dove si erge il Monastero dei Benedettini, l’edificio monastico, nato nel ‘500 e che si è sviluppato nel tempo integrando le diverse caratteristiche architettoniche. Oggi è patrimonio mondiale dell’Unesco e ospita il Dipartimento di Scienze umanistiche. Al suo interno il particolare Museo della Fabbrica che ospita la mostra Lo studio dell’Etna - Tra strumenti e rappresentazioni che ricostruisce la storia degli ultimi secoli di un importante ambito di ricerca, quello della vulcanologia, un campo di studi che ha permesso di conoscere meglio il nostro territorio. E soprattutto il vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna che dal 2013 è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

Sempre all’interno del Monastero dei Benedettini i visitatori hanno ammirato le Biblioteche riunite Civica e Ursino-Recupero, un vasto patrimonio librario di quasi 300mila volumi che comprendono rarità come pergamene, manoscritti, libri liturgici e musicali, erbari secchi e dipinti. In particolare, tra i testi pregiatissimi si annoverano la bibbia miniata del XIII secolo di Pietro Cavallini, l’officium Beatae Mariae Virginis, l’erbario a stampa di Liberato Sabbati, il martirologio del XIII secolo ed il calendario in caratteri ebraici del Rabbino Emmanuel del XIII secolo.

Chiesa di San Nicolò l'Arena

Visitatori all'ingresso della Chiesa di San Nicolò l'Arena

Collegato al monastero si trova la Chiesa di San Nicolò L’Arena e percorso di gronda che si ispira ai modelli architettonici romani e fu iniziata nel 1687 su disegno di G.B. Contini. L'interno della chiesa è a tre navate e raggiunge una lunghezza di 105 metri; ciò che colpisce è la grandiosità delle partizioni architettoniche e la chiara luce diffusa che penetra dagli alti finestroni.

Altra tappa del tour è il Museo Vincenzo Bellini con la casa natale del Cigno, in piazza San Francesco, restituita alla città di Catania nel 2022. Il “Museo Vincenzo Bellini” è stato rifunzionalizzato e riaperto al pubblico con nuovi allestimenti, didascalie, percorsi narrativi e supporti multimediali. L'area espositiva dedicata al grande musicista e compositore catanese è "tornata" nel Palazzo Gravina Cruyllas dopo i lavori di recupero che hanno interessato lo storico edificio cittadino.

Visitatori al Museo Vincenzo Bellini

Visitatori al Museo Vincenzo Bellini

E non poteva mancare, ovviamente, una parte più scientifica del circuito della Giornata nazionale delle università con la visita alla Città della Scienza, lo science center progettato e realizzato dall’Università di Catania per la diffusione della cultura scientifica e tecnologica. Un luogo di incontro e di svago con giochi ed esperimenti che accendono curiosità verso i mille "perché" della natura e della tecnologia, all’insegna del “vietato non toccare” realizzata all’interno di una raffineria di zolfo, testimonianza di quell’architettura industriale di tardo Ottocento generata dalla fiorente economia legata all’attività estrattiva di questo minerale. 

All’interno della Città della Scienza i visitatori hanno potuto ammirare le attività interattive proposte dalle sei isole tematiche: Vita, dedicata alla biologia; Robot per giocare e imparare con la robotica; Bit per scoprire in modo divertente le applicazioni delle tecnologie informatiche; Eureka, con la Palestra della Scienza, dove indagare i misteri della fisica; Spazio, con il grande Planetario.

E ancora collezioni di strumenti scientifici antichi e la mostra Forze della Natura: Io e...Sulla scia di Donne che hanno lasciato un segno nella Scienza.

Studenti alla Città della Scienza

Studenti alla Città della Scienza

«Oggi è la Festa delle Università, quei luoghi che sono al centro delle città e collaborano strettamente con esse – ha detto il rettore Francesco Priolo -. Il Siculorum Gymnasium generale ha ormai quasi 600 anni e nel corso della sua storia ha trasformato Catania in una città universitaria con 40mila studenti iscritti, ovvero il 10% della popolazione. Una presenza forte con collaborazioni importanti e strettissime con la città e con l’amministrazione comunale incidendo nel tessuto sociale e economico in maniera assolutamente importante. È una città che ha una vocazione tecnologica e su questo Unict incide molto, basti pensare che il 70% dei nostri laureati sono i primi della loro famiglia. Appare chiaro che modifichiamo davvero il tessuto sociale della Sicilia».

A far da eco il sindaco Enrico Trantino che ha evidenziato come «la città di Catania ha la fortuna di avere una università così prestigiosa nel suo territorio, il che rappresenta un’opportunità importante grazie anche all’importante e consolidato rapporto collaborativo instaurato». 

«Fin dall’inizio del mandato di questa amministrazione – ha aggiunto il sindaco – abbiamo istituito tavoli per il digitale e l’innovazione comprendendone la forza in un’ottica di creazione e consolidamento degli orizzonti lavorativi dei nostri giovani. Molto spesso andare fuori da questa città costituisce più un fenomeno determinato, oltre che dal vivere nuove esperienze, dalla mancata conoscenza degli orizzonti che si affacciano per il futuro di questi ragazzi. Per questo motivo le comunità studentesche sono state coinvolte dal Comune e dall’Università per avere percezioni delle opportunità offerte a loro. In questi tavoli sono momenti proficui in cui si realizza il futuro dei nostri giovani».

Sul coinvolgimento degli studenti e delle studentesse è intervenuta la prorettrice Francesca Longo che ha spiegato come «l’evento Università svelate è una giornata di Unict per tutti coloro che lavorano in quest’ateneo e che vivono quotidianamente le aule tra lezioni e attività formative». «Oggi partecipano nella duplice veste di volontari e volontarie come Ciceroni accompagnando cittadini e visitatori nei luoghi dell’ateneo e della città e sono anche coloro che possono scoprire i luoghi dell’Università – ha aggiunto la prorettrice alla presenza di Paolo Di Caro, dirigente della Direzione Cultura del   -. Di solito ogni studente e studentessa rimane dentro i luoghi del proprio dipartimento, mentre oggi è un’occasione per scoprire tutta Catania. Oggi Unict si svela anche agli studenti degli istituti superiori che visitano i luoghi dell’ateneo e ci auguriamo che nel prossimo futuro si iscrivano all’università»

Le studentesse e gli studenti che hanno guidato i visitatori nel tour

Le studentesse e gli studenti che hanno guidato i visitatori nel tour

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