Itinerari del patrimonio culturale

Al Monastero dei Benedettini si è tenuta la terza edizione della conferenza Chain, promossa dal network dei dottorandi in Scienze per il Patrimonio e la Produzione culturale 

Alfio Russo
Un momento della visita al Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane al Palazzo centrale dell’Università di Catania (foto di Grazia Nicotra)
I panel esposti a Chain 2024 (foto di Grazia Nicotra)
I panel esposti a Chain 2024 (foto di Grazia Nicotra)
I panel esposti a Chain 2024 (foto di Grazia Nicotra)
Un momento delle attività di Chain 2024 (foto di Grazia Nicotra)
Un momento delle attività di Chain 2024 (foto di Grazia Nicotra)
Un momento delle attività di Chain 2024 (foto di Grazia Nicotra)
Un momento della visita al Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane al Palazzo centrale dell’Università di Catania (foto di Grazia Nicotra)

Le questioni e le prospettive legate al patrimonio culturale, con particolare attenzione alla valorizzazione del ruolo svolto dalla ricerca e dalle best practice collegate. Su questi temi - da martedì 27 a giovedì 29 febbraio – numerosi studiosi si sono confrontati, al Monastero dei Benedettini, in occasione della terza edizione della conferenza internazionale Chain 2024 - Cultural Heritage Routes, Safeguarding, Participation, Sustainable Development, organizzata dal corso di laurea in Scienze per il Patrimonio e la Produzione Culturale del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.

L'edizione del 2024 di Chain – che costruisce dalla sua fondazione una rete fra ricercatori, enti e operatori sui temi del patrimonio culturale – ha raccolto un numero ancora più alto di adesioni provenienti da svariati settori del panorama scientifico e culturale internazionale.

Alla tre giorni, infatti, sono intervenuti numerosi studiosi e studiose – in particolar modo dottorandi di ricerca -, professionisti, progetti e associazioni provenienti da dodici paesi del mondo, dagli Stati Uniti alle Filippine, dal Regno Unito e da tutta Europa.

L’approccio interdisciplinare che caratterizza la mission di Chain ha visto i partecipanti confrontarsi su un programma inclusivo che ha accolto contributi di diverse aree del sapere umanistico e scientifico, coinvolte nella valorizzazione, gestione e tutela del patrimonio culturale.

Gli interventi proposti nel corso del convegno hanno preso le mosse da tre differenti chiavi di lettura che guardavano agli itinerari come occasione di salvaguardia del patrimonio culturale, strumento di partecipazione alla fruizione del patrimonio culturale, strategia di sviluppo sostenibile del patrimonio culturale.

In foto da sinistra Pietro Maria Militello, Francesca Longo, Gaetano Lalomia e Giuseppe Sanfratello

In foto da sinistra Pietro Maria Militello, Francesca Longo, Gaetano Lalomia e Giuseppe Sanfratello

Ad aprire i lavori, nella prima giornata, è stata la prof.ssa Francesca Longo, prorettrice dell’Università di Catania, la quale ha sottolineato come «il convegno rappresenti un’occasione importante di confronto tra voi dottorandi di ricerca per costruire un network, soprattutto a livello internazionale, di particolare e fondamentale rilevanza per la vostra crescita formativa e professionale».

A seguire Gaetano Lalomia, vice direttore del Dipartimento di Scienze umanistiche, ha aggiunto che «il dottorato di ricerca rappresenta il terzo di livello di formazione, il massimo titolo di studio in molti Paesi che vi consentirà di formarvi al meglio nel campo della ricerca».

«Occasioni come queste vi permettono di creare momenti di confronto e soprattutto una rete tra voi giovani ricercatori con scambi di conoscenze e di esperienze», ha aggiunto.

A chiudere gli interventi è stato Pietro Maria Militello, Phd Coordinator in Sciences for Cultural Heritage and Production dell’Università di Catania. «La ricerca deve essere sempre più multidisciplinare e interdisciplinare e creare una rete, così come la vostra tra dottorandi, è fondamentale per favorire lo scambio di conoscenze sia tra voi, sia tra gli atenei stessi – ha spiegato -. E la ricerca nel campo dei beni culturali richiede oggi un approccio sempre più multidisciplinare tra le scienze umanistiche e quelle dure».

Studiosi presenti ai lavori

Studiosi presenti ai lavori

Nel corso della tre giorni è stato un susseguirsi di eventi.

In particolar modo tre Lecture con Rosanna Cappelli (vai all'intervento), direttore generale della divisione Arte, mostre e musei di Electa Mondadori con un intervento (chair la prof.ssa Stefania Rimini) dal titolo Esistere come donna. Percorsi e strategie editoriali per una Nuova geografia della creatività femminile; Cristina Gazzola (vai all'intervista) della Fondazione Musei civici di Venezia con una relazione (chair la prof.ss Federica Santagati) su Heritage as a tool for socio-educational and Linguistic-cultural mediation interventions in communities. From artwork to storytelling and storydoing; Antonia Gravagnuolo (vai all'intervento), ricercatrice Cnr Ispc di Napoli - Institute of Heritage Science con una relazione (chair la prof.ssa Anna Mignosa) su Adaptive re-use of cultural heritage as circular economy strategy.

Nel corso dei lavori i panel Arts & collection (coordinato da Barbara Mancuso), Landscapes & Widespread routes (Vittorio Fiore), New Media Languages Perspectives (Maria Rosa De Luca), Fake History & Ethnography (Salvatore Adorno), Shaping Participation (Salvatore Cannizzaro e Anna Mignosa), Sharing Routes of Museum Experiences (Federica Santagati), Strategies for the Valorisation and Share Use of Cultural Heritage (Simona Scattina), Digitalization as a New Tool for Cultural Production and Valorization (Simona Inserra e Filippo Stanco), Innovative Applications for Cultural Heritage (Luigi Maria Caliò) e Cultural Heritage and Environmental Issues (Melania Nucifora).

Un momento dei lavori

Un momento dei lavori

In esposizione i poster di Cristian Aiello della Pontifical Gregorian University dal titolo Racina. Roots and Charta Inside Norman Acta, di Chisoka Paulo Simões della University of Minho su The Role of Bengali and Brazilian Migrant Cultural Oractices. In the Northwestern Portuguese Cultural Landscape, di Carlotta Costanzo dell’Università di Catania su Best Practices in Cultural Instruments for Heritage Enhancement. Ecomuseums and Routes, di Grazia Nicotra dell’Università di Catania su Aci Trezza e il Reis: la più alta densità di Beni immateriali in Sicilia, di Francesca Tanghetti dell’Università di Brescia su Itinerari di conoscenza e salvaguardia del patrimonio rurale.

Nell’ambito del convegno si è svolta anche una visita al Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane al Palazzo centrale dell’Università di Catania.

L’evento è stato realizzato con il patrocinio di Iccrom, DiCultHer, Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, Federculture e Fai Catania e in partnership con l’ESACH (European Students’ Association for Cultural Heritage) e Archeo Unict.

A comporre il board i docenti dell’ateneo catanese Pietro Maria Militello, Maria Rosa De Luca, Germana Barone, Luigi Maria Caliò, Barbara Mancuso, Anna Mignosa, Stefania Rimini, Federica Santagati e Filippo Stanco.

A far parte del team di Chain Antonella Bertino, Daniele Cannavò, Silvia Portale, Giuseppe Sanfratello, Marilisa Spironello, Chiara Torre, Thea Messina, Francesca Prado, Giovanna Santaera, Davide Aquini, Doriana Masucci, Lorenzo Napodano, Grazia Nicotra, Serena Rapisarda, Enrico Riccobene, Paolino Trapani, Alessandro Di Costa, Nicol Oddo, Sofia Bulgarini, Concetta Cataldo, Fabiana Cerasa, Giorgia Coco, Serena D’Amico, Valeria Guarnera, Roberto Indovina, Silvia Majorana e Angela Scialfa.

Il team di Chain 2024 con i relatori e gli studiosi

Il team di Chain 2024 con i relatori e gli studiosi (foto di Grazia Nicotra)