Il prof. Paolo La Greca: "Catania deve tornare ad essere una città normale per poter esprimere le sue straordinarie energie"
"Il nuovo Piano urbanistico generale ha un obiettivo fondamentale: contribuire a dare ordine alla città indirizzandone le linee di crescita verso una prospettiva di sviluppo sostenibile. Il motivo è semplice, Catania deve tornare ad essere una città normale per poter esprimere le sue straordinarie energie". Con queste parole il vicesindaco di Catania, Paolo La Greca, è intervenuto in apertura dei lavori del convegno dal titolo Catania 2030 – Idee per progettare la città resiliente ai rischi.
Un’iniziativa – ospitata nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università di Catania - organizzata dal Centro di Documentazione Ricerca e Studi sulla Cultura dei Rischi, presieduto dal dott. Antonio Pogliese, per esaminare l'orientamento e le strategie di sviluppo previste dal nuovo Piano Urbanistico Generale. All’incontro sono intervenuti numerosi esperti dei diversi ambiti insieme con i rappresentanti di amministrazioni e istituzioni per esaminare la composizione del progetto di pianificazione, esporne gli obiettivi, valutarne la resilienza in rapporto alle criticità ambientali e sociali della città.
Catania, infatti, presenta un sistema urbanistico arretrato e trova nel Pug uno strumento di innovazione che, non solo aggiorna un piano di intervento urbano ormai datato, non più conforme alle esigenze di una città che ha bisogno di progredire e migliorarsi, ma rappresenta un'opportunità concreta di trasformazione del territorio.
"L'accessibilità diventa il tema fondamentale per poter rispondere alla sostenibilità nella triplice accezione: ambientale, economica e sociale", ha detto il prof. Paolo La Greca che ha elencato, nel suo intervento, le misure e gli interventi che concretizzano l'orientamento della nuova progettazione urbana.
“Il Pug prevede il riequilibrio delle periferie, l'organizzazione dei trasporti, l'attenzione al rischio sismico, idrogeologico, climatico e soprattutto il riequilibrio fra la città metropolitana di Catania con tutti i comuni dell'hinterland", ha spiegato il vicesindaco alla presenza di Sebastiano Anastasi, presidente del Consiglio comunale di Catania, e di Erio Buceti, presidente della commissione Urbanistica di Catania.
Un momento dell'intervento del prof. Paolo La Greca, vicesindaco del Comune di Catania
Lo sforzo verso un futuro sostenibile si esprime attraverso la costruzione e la realizzazione del Pug che, come ha dichiarato Paolo La Greca, "dovrebbe concludersi in tre-quattro anni, entro la conclusione di questa amministrazione retta da Enrico Trantino".
La città rappresenta uno spazio comune che appartiene agli abitanti che vi risiedono. Ciascuno, indifferentemente, ha il diritto di cittadinanza e l'opportunità di prendere parte, ed essere responsabile, del processo di pianificazione della stessa. Affinché la città possa trasformarsi, quindi, è necessaria la partecipazione di tutte le sue componenti.
Non solo la comunità civile, ma anche gli enti che vi operano. Il contributo di ciascuno è fondamentale. E in questo contesto è intervenuto il prof. Matteo Ignaccolo, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile e architettura.
"L'Università di Catania rappresenta uno stakeholder fondamentale per quanto riguarda l'operazione Piano Urbanistico Generale", ha spiegato il prof. Ignaccolo. "La presenza dell'ateneo sul territorio - ha continuato - significa ventuno sedi universitarie, un Policlinico, tredici musei, un centro sportivo, ventuno spin-off, un centro linguistico, settecento posti letto. Tutto a servizio di una popolazione di quarantaquattromila studenti, quasi 1300 docenti, e oltre mille unità di personale tecnico-amministrativo".
La presentazione del prof. Matteo Ignaccolo
Nell'immediato futuro l'Università di Catania prevede interventi già finanziati per il recupero delle ex strutture ospedaliere Vittorio Emanuele e Ascoli Tomaselli, che verranno convertiti in poli universitari con aule, laboratori e posti letto.
“L'ateneo, quindi, a pieno titolo, sta prendendo parte al processo di sviluppo del territorio di Catania sempre più città universitaria”, ha aggiunto il prof. Ignaccolo alla presenza di Giovanni Muscato, direttore del Dipartimento di Ingegneria elettrica elettronica e informatica.
Strategie e obiettivi che concretizzano lo sforzo teso alla realizzazione di un futuro sostenibile sono stati al centro della seconda parte dei lavori aperti dal dott. Antonio Pogliese. Il Pug, denominato Catania 2030, consentirà di elevare la qualità urbana attraverso un processo rigenerativo che interverrà su tutti i livelli, migliorando la vita dei propri abitanti. Perché questa visione possa realizzarsi è necessaria una presa di coscienza collettiva.
“Il nuovo Pug dovrà segnare una svolta offrendo una visione chiara e dettagliata di come la città potrà evolversi nei prossimi decenni – si legge nel messaggio del sindaco Enrico Trantino -. L’obiettivo è quello di creare un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità, rispettando al contempo la storia e la tradizione di Catania”.
Un momento dell'intervento del prof. Matteo Ignaccolo
Catania e le sue quattro vulnerabilità da curare con diverse strategie d'azione
E per raggiungere questo obiettivo occorre che Catania fronteggi quattro vulnerabilità anche grazie alle diverse strategie d'azione proposte da esperti qualificati per una pianificazione che sia consapevole e sostenibile.
Sui rischi del disagio è intervenuto, tra gli altri, Maurizio Caserta, ordinario di Economia politica all'Università di Catania, evidenziando che "un piano regolatore deve disegnare gli spazi della città, nelle sue diverse dimensioni, in modo da garantire a tutti quelle libertà". "Solo guardando alle opportunità e non ai vincoli si può scrivere un piano che sia condizione di crescita e sviluppo della città - ha aggiunto (vai all'intervento) -. I vincoli devono servire per creare spazi di libertà, non per comprimerli".
Riguardo ai rischi scaturiti dall'insufficienza delle reti di drenaggio tradizionali nella gestione delle acque piovane(vai all'articolo di approfondimento), il prof. Giuseppe Cirelli ha precisato che "il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’ateneo, con l’Iridra e il Comune di Catania - Direzione Ecologia e Ambiente, stanno implementando a Catania nel sistema di rotatorie del Tondo Gioeni un progetto innovativo combinando Soluzioni Basate sulla Natura (giardini della pioggia e pozzi perdenti) con tecniche tradizionali, con l’obiettivo di smaltire parte dei deflussi provenienti da via del Bosco e dal viale Andrea Doria riducendo il carico idraulico sul sistema convenzionale di smaltimento delle acque piovane”.
Il gruppo di geofisica del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania composto da Andrea Cannata, Francesco Panzera e Sebastiano Imposa, invece, ha mostrato un contributo dal titolo “Dalla pericolosità sismica alla resilienza verso una città sicura e preparata”.
“La pericolosità sismica è un fattore fondamentale da considerare per un piano urbanistico generale, in quanto uno degli ingredienti fondamentali nella stima del rischio sismico, importante per diversi aspetti che vanno dalla protezione della vita umana alla gestione del territorio in modo responsabile e sostenibile. Un'adeguata pianificazione urbanistica, che tenga conto della pericolosità sismica, può ridurre significativamente il rischio di vittime e feriti”, hanno spiegato i docenti Cannata, Panzera e Imposa.
“Ciò implica identificare le aree ad alta pericolosità sismica, individuando le faglie attive e mappando la risposta sismica locale per riconoscere zone suscettibili di fenomeni amplificativi dello scuotimento del moto del suolo – hanno aggiunto -. Occorre, inoltre, sensibilizzare la popolazione mediante attività divulgative, che aumentino la consapevolezza della pericolosità sismica del territorio nel quale si vive”.
Un momento dell'incontro
In merito ai rischi dei rifiuti è intervenuto, tra gli altri, il prof. Rosario Lanzafame, presidente del Comitato tecnico-scientifico Cdrscr, che ha illustrato la possibilità di “recuperare il vistoso ritardo accumulato nella realizzazione dei sistemi termici per la riutilizzazione dei rifiuti grazie al progetto esecutivo del nuovo impianto di termoutilizzazione di Catania”.
“Si tratta – ha precisato il docente – di una sezione termica ad alta temperatura finalizzata alla generazione di idrogeno puramente rinnovabile attraverso la pirolisi dell’acqua anticipando così le recenti conclusioni a cui è giunto il governo nazionale che per la realizzazione della Carbon Technology Neutrality dovrà ricorrere all’integrazione dell’idrogeno generato dalla elettrolisi attraverso una dozzina di giga-factory in cui saranno presenti reattori nucleari leggeri di quarta generazione refrigerati al piombo in circuito chiuso”.
“Questi piccoli reattori hanno dimensioni 'ridotte' rispetto ai grandi impianti del passato e sono intrinsecamente sicuri grazie alla risibile produzione di scorie residuali per effetto della efficacissimo riciclabilità del combustibile impiegato”, ha spiegato.
Nel corso del suo intervento il prof. Lanzafame ha anche illustrato il conseguibile vantaggio dalla “generazione di idrogeno mediante pirolisi dell’acqua ottenuto il vettore energetico idrogeno questo potrebbe ricoprire ogni fabbisogno di energia termica, elettrica, frigorigena e generare combustibili sintetici e-Fuel e in difetto di anidride carbonica”.

Il ministro Nello Musumeci presente ai lavori
Come cambia il volto di Catania?
"Cambia con la prospettiva di una città che io amo definire normale”, ha dichiarato il vicesindaco Paolo La Greca prima di cedere la parola al ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci.
"Noi spesso attribuiamo a Catania delle specialità, ma si tratta una città come tutte le altre, lo dimostra l'amministrazione Trantino con gli investimenti che si stanno facendo nelle periferie – ha aggiunto il docente universitario -. Catania deve diventare una città dove sia possibile muoversi con mobilità ciclo pedonale, con mobilità di trasporto pubblico di massa”.
“Bisognerà immaginare di potere vivere una città più a misura d'uomo – ha detto il prof. Paolo La Greca -, una città che vive il suo dinamismo straordinario, ma che deve tornare a essere una città normale per poter sprigionare quelle straordinarie energie che hanno, nei settori dell'innovazione tecnologica, nei settori high-tech, un milieu di straordinarie opportunità, per far sì che tanti straordinari figli di Catania che si sono dovuti allontanare, possano tornare a lavorare e produrre anche in questa città".
Catania, quindi, sembra finalmente liberarsi dai parossismi per realizzare il sogno di un futuro sostenibile.